santamariamaggiore- santamariamaggiore-

Solennità Di Maria Madre Di Dio. Apertura Della Porta Santa

Omelia del Card. Makrickas

Carissimi Fratelli e Sorelle,

 

i primi passi da pellegrini dell’Anno Giubilare, in questa Basilica Papale dedicata alla Madre di Dio, sono stati accompagnati dal  suono dell’antica campana di questo santuario detta “della Sperduta”.

 

La voce della Madre di Dio che ci chiama – La campana “della Sperduta”

 

Dalla cima dell'Esquilino, punto più elevato del centro di Roma, fin dal primo Giubileo della Chiesa essa continua sino ad oggi a diffondere il suo suono per tutta la Città Eterna, a conforto di ogni pellegrino.

 

Il suono di questa campana non solo scandisce le ore e i tempi per la preghiera, ma trasforma in suono la tradizionale immagine ascritta a Maria, quella di guida e segnavia, la Stella Maris, che illumina il cammino nel buio della notte.

Non solo il suono della Sperduta ma anche le parole dell’apostolo Paolo: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna» (Gal 4,4), oggi illuminano e guidano la nostra riflessione in questa Santa Eucaristia, nella Solennità di Maria Madre di Dio e nella straordinaria circostanza dell’apertura della Porta Santa di questa Basilica Papale.

Il tempo – Una grande creatura di Dio

Colpisce l’espressione “pienezza del tempo”. Ecco la pienezza del tempo: quando Dio si fa uomo e lo fa nel seno di una donna, Maria. Lei è la via scelta da Dio; Lei è il punto di arrivo di tante persone e generazioni che hanno preparato la venuta del Signore nel mondo.

Il tempo acquista la sua pienezza quando è unito all’eternità, cioè con il tempo infinito di Dio.

Il tempo è una grande creatura di Dio. L’uomo spesso e in diversi modi ha voluto aumentare o perfezionare il tempo con le nuove tecnologie, ma ogni suo tentativo si risolve sempre nella sua perdita o in quella che potremmo definire la “stanchezza del tempo”.

Basti pensare ai computer o ai telefonini: progettati per salvare e arricchire il tempo, ne diventano spesso i suoi peggiori nemici. 

Non ci si può, invece, sentire mai sperduti, persi o stanchi del tempo vissuto con Dio.

La Vergine Madre sta al cuore di questo tempo: a Dio è piaciuto far cambiare la storia e il nostro tempo attraverso di Lei, la Donna Immacolata del popolo eletto.

 

L’Icona Salus Populi Romani – La Madre che conosce i tempi e le urgenze dei suoi figli

Onoriamo oggi in modo particolare l’effigie di Maria Madre di Dio invocata in questa Basilica con il titolo di Salus Populi Romani. È la devozione di Roma e di ogni credente nel mondo verso la Vergine Maria.

Sette anni fa, durante la Santa Messa celebrata in questa Basilica, il Santo Padre Francesco ci ricordò che:

“…la Madre custodisce la fede, protegge le relazioni, salva nelle intemperie e preserva dal male.

Dove la Madonna è di casa il diavolo non entra. Dove c’è la Madre il turbamento non prevale, la paura non vince.

Chi di noi non ha bisogno di questo, chi di noi non è talvolta turbato o inquieto?

Quante volte il cuore è un mare in tempesta, dove le onde dei problemi si accavallano e i venti delle preoccupazioni non cessano di soffiare!

Maria è l’arca sicura in mezzo al diluvio.

Non saranno le idee o la tecnologia a darci conforto e speranza, ma il volto della Madre di Dio.”

Le mani di Maria accarezzano la nostra vita, il suo manto ci ripara, così come ha protetto tra le sue braccia - braccia di una di noi! - nella mangiatoia il Bambino Gesù.

Ogni pellegrino che varcherà la soglia della Porta Santa di questo primo santuario Mariano d’Occidente durante l’Anno Giubilare, si disporrà alla preghiera di fronte all’Icona della Madre di Dio, Salus Populi Romani, e di fronte alla Sacra Culla di Gesù e non potrà uscire di qui senza avvertire una sensazione particolare.

Sensazione e certezza che la Madre celeste è con lui. Ognuno ripartirà da qui con la sicurezza di essere accompagnato dalla grazia, dalla protezione, dalla cura e dalla tenerezza materna di Maria.

Alla fine, il nostro andare da Lei diventa il Suo venire verso di noi e con noi.

Questa sensazione spirituale è comunicata anche dall’espressione artistica della venerata Icona mariana.

L’effigie sacra della Salus è portata dagli angeli. Nonostante l’immagine di Maria abbia i tratti fermi, essa è sempre in movimento: gli angeli La portano verso di noi e Lei vuole accompagnare ogni passo della nostra vita.

Così come ha seguito il Suo Figlio Gesù – dalla nascita fino alla morte, nei momenti gioiosi e nelle ore buie di dolore – Lei, da Madre, accompagna tutta la Chiesa e ciascun credente verso il Suo Figlio.

Maria, Madre di Dio e nostra Madre, come è stata decisiva nella pienezza del tempo, così è determinante per la vita di ogni cristiano. Perché nessuno meglio della Madre conosce i tempi e le urgenze dei figli. 

 

La Sacra Culla – Una testimone silenziosa della nascita di Gesù

 

I passi dei pellegrini di speranza di questo Giubileo, in questa Basilica Papale, chiamata anche Betlemme d’Occidente, si fermeranno anche di fronte alla reliquia della Sacra Culla, la prima umile e povera casa di Gesù. Da questa testimone silenziosa della nascita del Figlio di Dio l’umanità ha iniziato a contare gli anni dell’epoca cristiana.

Pensiamoci: il nostro tempo si definisce proprio a partire da quella Culla! 

 

I primi pellegrini del cristianesimo presso la mangiatoia di Gesù furono i pastori. Partendo dai campi in direzione dell’umile stalla di Betlemme, i pastori, in quella santa notte, racchiudono l’essenza del cristianesimo: mettersi in cammino per incontrare il Signore, seguire la Sua stella.

 

Questo antico Santuario Mariano si trova al centro di Roma, nel cuore di una struttura viaria a stella che evoca la Stella di Betlemme.

 

Essa racchiude perfettamente la missione della Basilica di Santa Maria Maggiore: essere una stella luminosa, al servizio della Luce Vera, indicando il Salvatore, vero Dio e vero uomo, nato dalla Vergine Maria.

 

Da milleseicento anni questa Basilica Papale si propone così di essere come la stella di Betlemme, che diffonde l’annuncio angelico rivolto ai pastori: non abbiate paura, ma mettetevi in cammino verso il Signore.

 

La grazia del Giubileo

 

Chiediamo la grazia che quest’Anno Giubilare ci muova e ci spinga a camminare verso il Signore con una preoccupazione autentica e sincera per i nostri cari, per i poveri, per i malati, per quelli cha hanno smarrito la strada della verità, della gioia e della pace.

 

Tutti, senza distinzione, siamo chiamati a questa identica speranza. Tutti possiamo camminare in questa strada di speranza gioiosa. Tutti! E Maria è accanto a tutti, nessuno escluso. Come una mamma, Lei ama tutti i figli e se ne prende sempre cura.

 

Accogliamo le parole del Santo Padre Francesco rivolte a noi nella Bolla di indizione dell’Anno Santo Spes non confundit: “Invito i pellegrini che verranno a Roma a fare una sosta di preghiera nei Santuari mariani della città per venerare la Vergine Maria e invocare la sua protezione. Sono fiducioso che tutti, specialmente quanti soffrono e sono tribolati, potranno sperimentare la vicinanza della più affettuosa delle mamme, che mai abbandona i suoi figli, lei che per il santo Popolo di Dio è «segno di sicura speranza e di consolazione» (SNC, n. 24).”

 

Affidiamo oggi, all’inizio dell’Anno Giubilare – ancora una volta - alla Madre di Dio le nostre vite, il nostro tempo, perché ci conduca a Gesù: la pienezza del tempo, di ogni tempo, del tempo di ognuno di noi. Amen.

1 gennaio 2025