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Messaggio del Card. Stanisław Ryłko, Arciprete Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, in occasione dell’inizio dell’ANNO GIUBILARE 2025

1. Il solenne rito dell’apertura della Porta Santa di questa antica Basilica Papale di Santa Maria Maggiore il 1 gennaio scorso, è un rito importante e pieno di significato, che ci introduce proprio nel cuore stesso dell’anno giubilare 2025, un anno di grazia del Signore. Per volontà di Papa Francesco, vivremo quest’anno all’insegna della virtù teologale della speranza: «Pellegrini di speranza» è, infatti, il motto di questo Giubileo.

Il nostro mondo, nonostante tante promesse di benessere, di felicità, che non di rado risultano illusorie e false, soffre uno spaventoso deficit di speranza, di quella speranza capace di resistere di fronte alle avversità della vita, della speranza che non delude (cfr Rm 5,5). E quest’anno la Chiesa ci chiede di diventare, nei nostri ambienti di vita, testimoni e missionari di speranza. Ci ricorda che per noi cristiani la speranza - senza la quale l’uomo non può vivere - non è una idea astratta, ma una Persona viva, una Persona che ha un nome e si chiama Gesù Cristo (cfr. 1Tim 1,1). È Lui la nostra speranza, la roccia sicura su cui costruire la nostra vita, la sicura ancora di salvezza nei momenti di prova che la vita non ci risparmia...

 

2. Entriamo in questo tempo di grazia, attraversando una porta. Il segno della porta è molto importante per cogliere appieno il significato dell’anno giubilare. Innanzitutto, la Porta Santa ci ricorda la Persona di Gesù Cristo, che si presenta nel Vangelo dicendo: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà il pascolo” (Gv 10,9). Attraversando questa porta, dunque, facciamo la nostra professione di fede in Cristo, unica e vera porta per entrare nel Regno di Dio. Solo Lui è la porta di salvezza e nessun altro! Ma Lui non è solo la porta, è anche il Cammino, la Verità e la Vita! Papa Francesco ci assicura: /Cristo/ “è una porta bella, una porta d’amore, è una porta che non ci inganna, non è falsa. Sempre dice la verità. Ma con tenerezza e con amore...” (Discorso in: Osservatore Romano, 22-23 aprile 2013, p.7).  Gesù è una Porta piena di amore e di misericordia verso noi, poveri peccatori, ma al tempo stesso è una Porta esigente, quando dice apertamente ai suoi discepoli: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!” (Mt 7,13s). Sì, quanta gente oggi purtroppo cerca altre porte e altre vie, più comode, più facili da attraversare e che promettono felicità a basso prezzo... Ma per entrare nella vita eterna non esistono altre porte! Cristo è l’unica e vera Porta – Porta di un amore misericordioso.

Attraversare la Porta Santa nell’anno giubilare vuol dire, quindi, rinnovare e riconfermare la propria scelta di Cristo come unico Maestro e Signore, come Porta e come Via. A Cesarea di Filippi, Gesù pose una domanda ai suoi discepoli: “Ma voi, chi dite che io sia?” (Mt 16,15). Anche oggi Gesù rivolge questa domanda a ciascuno di noi: “E tu chi dici che io sia?”. Di fronte all’amore di Dio, rivelato nel volto umano/divino di Gesù Cristo, nessuno può rimanere indifferente, occorre prendere una decisione, bisogna fare una scelta... L’anno giubilare che iniziamo è un tempo privilegiato per maturare delle scelte importanti per la nostra vita, di profonda conversione del cuore.

San Giovanni Paolo II ha avuto a proposito parole memorabili: “L’uomo che vuol comprendere sé stesso fino in fondo /.../ deve con la sua inquietudine e incertezza ed anche con la sua debolezza e peccaminosità, con la sua vita e morte, avvicinarsi a Cristo. Egli deve, per così dire, entrare in Lui con tutto sé stesso, deve «appropriarsi» ed assimilare tutta la realtà dell’Incarnazione e della Redenzione per ritrovare sé stesso” (Redemptor hominis, n.10). La porta dell’anno giubilare ci chiama, dunque, ad attraversare la porta che è Cristo, ad entrare in Lui in modo nuovo, a incontrarlo con rinnovata gioia ed entusiasmo di fede. Veramente, quest’anno particolare schiude davanti a noi orizzonti immensi di grazia che ci trasforma in uomini nuovi, veri discepoli di Cristo.

 

3. Ma c’è un altro aspetto importante della Porta Santa legato proprio a questa nostra Basilica. Qui, nella Basilica Liberiana, che è il più antico tempio mariano dell’Occidente e madre di tutti i santuari mariani sparsi nel mondo, attraversiamo la Porta Santa sotto la guida di Maria, nostra Madre e Maestra. Vogliamo vivere con Lei questo tempo speciale!

La scelta della data dell’apertura della Porta Santa in questa Basilica Liberiana, non è affatto casuale. Avviene il primo giorno del nuovo anno - ottavo dopo il Natale – quando la Chiesa celebra la Solennità di Maria Santissima Madre di Dio. Quanto grande è il mistero della divina maternità di Maria! San Paolo nella lettera ai Galati spiega: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,4-5). Qui si nasconde l’incomparabile grandezza di Maria tra tutte le creature: Lei è stata scelta da Dio per essere Madre del suo Figlio Unigenito, fatto uomo per la nostra salvezza. Il titolo di Madre di Dio (in greco Theotokos) è fondamentale, perché da esso scaturiscono tutti gli altri titoli e privilegi della Vergine di Nazaret! Nell’antifona mariana Alma Redemptoris Mater preghiamo: “Tu nello stupore di tutto il creato hai generato il tuo Creatore, Madre sempre Vergine...”. E noi contempliamo la divina maternità di Maria Vergine e nel Bambino nato nella stalla di Betlemme adoriamo il Figlio eterno di Dio, fatto uomo per la nostra salvezza, in cui anche noi siamo chiamati a diventare figli adottivi di Dio. La solennità della maternità divina di Maria è, dunque, mariana e al tempo stesso profondamente cristologica. C’introduce nel cuore del mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio.

Varchiamo, dunque, la soglia della Porta Santa ed entriamo nell’anno giubilare 2025 accompagnati e guidati dalla Theotokos, dalla Madre di Dio – Madre di Speranza. Nel corso di questo anno lasciamoci guidare ed educare da Lei, nostra Madre celeste. E cosa ci insegna Maria? Come dice la tradizione orientale, Maria è sempre l’odigitria, cioè Colei che a noi, pellegrini in questo mondo, indica la Via, che è Cristo, suo Figlio! Chi si affida a Maria non può mai sbagliare strada nella vita. Maria è una guida sicura! Papa Francesco ha spiegato concretamente cosa vuol dire lasciarsi guidare ed educare da Maria, quando ha affermato: “La Chiesa, quando cerca Cristo bussa sempre alla casa della Madre e chiede: «Mostraci Gesù». È da Lei che si impara il vero discepolato. Ed ecco perché la Chiesa va in missione sempre sulla scia di Maria...” (Omelia in Aparecida, in: Osservatore Romano, 26 luglio 2013, p.8).

Si apre innanzi a noi un kairos, un tempo di grazia che è questo anno giubilare, inaugurato nel segno della Porta Santa. A tutti voi - cari fratelli e sorelle – che visitate questo antico Tempio Mariano, va il mio augurio di un Anno Santo ricco di grazia e di benedizione del Signore, sotto tenero sguardo di Maria, venerata qui come Salus Populi Romani!

Buon Giubileo a tutti!

 

 

 

                                   

27 gennaio 2025