A coloro che hanno visitato la Pinacoteca Vaticana non suona nuovo il nome Bartolomeo Sacchi (1421-1481), soprannominato Platina. Il ritratto dell’illustre storico è raffigurato da Melozzo da Forlì su un affresco staccato, insieme a due pontefici. Melozzo rappresenta il momento in cui Platina, accompagnato da Giuliano della Rovere, futuro papa Giulio II (1503-1513), si inginocchia davanti a Sisto IV (1471-1484), il quale gli affida la prima direzione della Biblioteca Vaticana.
Arte e Fede: Bartolomeo Platina
Il primo prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana e padre della cucina moderna
Platina non solo custodì libri, ma ne scrisse anche. Il più famoso è De honesta voluptate et valitudine. Edito per la prima volta in lingua latina, sotto le vesti di ricettario, il trattato riflette sul corretto equilibrio da mantenere tra piacere e virtù. I consigli culinari e le ricette di carne e verdura sono un pretesto per fornire consigli medico-morali propri di un’opera filosofica. Prescrizioni fondamentali riguardano la dietetica, la regolare attività fisica, l’igiene alimentare, legati sempre all’onesta frugalità: l’ingrediente fondamentale per una vita sana. I precetti gastronomici impostati sulla giusta misura sono ancora oggi molto attuali.
Lo scritto principale del Platina, le Vitae ponteficum (1471-75), fu un grande successo editoriale ristampato più volte e tradotto in cinque lingue. Grazie ai suoi variegati interessi, alla sua curiosità insaziabile e alla sua precisione filologica Bartolomeo Sacchi è considerato uno dei più grandi umanisti nella Roma di Sisto IV.
Morto il 21 settembre del 1481, il Platina è seppellito nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, insieme a suo fratello Stefano. La loro lastra tombale è collocata nella navata di sinistra, dietro la tribuna.